Sono sempre i migliori ad andarsene...

Riprendiamo dai nostri eroi zuppi, stanchi, ma soddisfatti dell'ottima pesca (3 goul). Ora però è l'ora della nanna e quindi prima di tutto si cerca un buon locale dove dormire.

Tralasciamo i vari occhi fatati e campanellini perché comunque la nottata passa liscia.

L'indomani i prodi intuiscono che le fiaccole sulle scale potrebbero essere un invito a seguirle. Come se tracciassero la strada verso qualcosa di importante. Alla fine, poiché l'acqua belle orecchie aveva intontito i nuotatori e, non si sa come, anche tutti gli altri, si è sentita una voce fuori campo che ha detto "andate a cercare nella chiesetta illuminata. Di chi è quell'altare? Potrebbe forse essere quel nome la password tanto cercata?".

Così il paladino ha formalmente intuito la cosa e siamo tornati di sopra a provare la parola magica che ha effettivamente sbloccato i tre portali.

Con vari check di arcana/natura e chissà cos'altro è venuto fuori che un portale era usato poco mentre gli altri due molto di più. E quello di centro poi era quello usato per l'ultima volta.

Quindi timidamente il nano si avvicina a quel portale, mette la punta del piede dentro il cerchio magico e...

... una forza misteriosa risucchia tutti gli eroi (compreso Warkyen) nel gorgo magico. Li dentro era un casino. Girava tutto. Luci, suoni. Poi, vuoi per l'estrema vicinanza fisica tra nano e demonietto (tanto vicini che non si capiva chi stesse avanti e chi dietro), vuoi per la vicinanza di vedute, fatto sta che i due cominciano a fondersi/scambiarsi.

Il risultato sono sempre due individui, ma piuttosto alterarti. Ora il famiglio del mago è un nanetto (di cui ancora non sappiamo nulla), mentre il prode condottiero nanico è stato sostituito da un tiefling warlock che pretende di farsi chiamare Ekelon Turgharath.

In realtà poi il warlock ci spiegherà che anche lui si trovava in quel passaggio etereo. Vi era rimasto incastrato per chissà quanto tempo e ora, a causa nostra, si era potuto finalmente liberare. Ma nel passaggio anche lui è rimasto invischiato nel turbinio di sensi tra i due esserini.

Il risultato finale è che l'imp è fisicamente scomparso, il nano ha preso il suo posto e il tiefling ha parte dei ricordi (e non solo) del nano.

In ogni caso, appena usciti da quel bizzarro passaggio, si trovano a tu per tu con degli scheletri ma soprattutto dei tentacoli.

Per fortuna che con loro c'è il prode ranger che li avvisa per tempo evitandogli brutte sorprese. A tutti tranne che al paladino che però non viene colpito. Così, alla fine, l'unico colpito dai tentacoli è proprio il ranger. Primo fantastilione di danni più altri 15 al giro successivo e un frastornamento tanto per gradire.

Va peggio al drow che in seguito a un graffio risulta frastornato, trattenuto, immobilizzato, sodomizzato e rincoglionito (ma quello ce l'ha di default quindi non conta). Avrà comunque modo di riscattarsi in seguito.

Stranamente invece il tonto grosso fa una bella figura in corpo a corpo col tipo grosso dalle unghia lunghe 5 metri. Sia perché è andato a combattere e non è rimasto a guardare come capitava ultimamente, sia perché ha menato stile Bud Spencer.

Il paladino riesce a menare nonostante la relativa sfiga coi dadi.

Onore e gloria al prode gatto che, nonostante fosse frastornato è riuscito ad attaccare il ras della fossa, una medusa brutta, ma brutta davvero.

Attaccare si, ma colpire un po' meno. Il gatto infatti, oltre ad essere prode, è anche piuttosto sfigato e centra un (a suo modo) splendido doppio 1 che, a detta di una ristretta parte del pubblico avrebbe comunque potuto essere premiato dal master.

Fatto sta che l'essere orrendo dai capelli viscidi riesce a stendere l'eroe proprio subito prima della fine della serata.

La situazione è:

1 gatto morto;

1 paladino in viaggio per scrostare il gatto dal pavimento;

1 warlock spaesato che non sa da che parte stare;

1 ladro sodomizzato;

1 mago che tra un muro e l'altro cerca il suo imp;

1 bardo in pilota automatico che, a detta del gatto, "se fosse stato guidato lo avrebbe curato prima di arrivare al decesso".