Dopo tale perdita di tempo il gruppo decide di andare a
trovare il farmacista nonché cacciatore di mostri del villaggio. Un tipo
piuttosto scostante, borioso ed antipatico, che quindi entra subito in sintonia
col gruppo e gli conferma i racconti dell’oste sul fantasma, il vecchio del
maniero ed i suoi cani ecc.
Dovendo comunque aspettare il giorno dopo per riprendersi le
armi lasciate al cialtrone e poiché comunque ormai il giorno volgeva al
termine, i nostri eroi decidono di far visita al sindaco prima di tornare alla
locanda. Anche per mettere nero su bianco quanto fin’ora si è solo vociferato:
una pioggia d’oro in cambio della pulizia canina della zona.
Peccato che il sindaco sia un tipo timoroso e si sia già
barricato in casa. Ma un semplice cancello non basta a fermare i nostri eroi
che, in barba alle più classiche leggi sulla proprietà, si introducono nel
giardino del sindaco e vanno a bussare alla sua porta. E basta accennargli alla
possibilità di liberare il paese dai randagi che il sindaco (o meglio, il suo
valletto) spalanca la porta.
Per farla breve, ci si accorda per mille MO a testa (tot
6000. Il ragno non vale). Il sindaco offre poi ospitalità al gruppo, vista l’ora.
Ma ovviamente, dato il livello di spacconeria, il gruppo esce a testa alta
nella notte per poi avviarsi di corsa verso la locanda dove arriva sano e
salvo.
Per festeggiare, il generoso Simbion offre un giro della
nuova radice recuperata dal farmacista. Poiché si trattava di una radice, anche
il ranger decide di provarla: “una radice è una cosa naturale. Cosa potrà mai
fare” pensava lui. Ma non ha tenuto conto che quella radice veniva da una
palude malefica. “E poi scommetto che quel tonto di Simbion l’ha conservata tra
le pagine del libro” si troverà a pensare il giorno dopo Shan-Meidh. E infatti dopo una sola boccata
lui, come anche Viconia, perde i sensi.
L’indomani il gruppo va a ritirare le armi argentate (mah dde
ché?!?!?!) dal cialtrone mentre Graziano si fa timbrare l’orsetto degli
abbracci sulla spalla. Poiché lo ha visto un po’ titubante, Miledy è rimasta
con lui per fargli coraggio.
Nel mentre il gruppo si avviava verso il maniero isolato
nella palude nebbiosa (che classico! Certo che è li la fonte di tutti i
problemi. Cosa speravano di trovarci? Winnie the Pooh che cavalcava i minipony?).
E infatti, appena entrati nella palude il gruppo di
avventurieri si imbatte in un gruppo di mastini mannari (in senso lato) che sta
aggredendo un povero vecchio. Ma bastano un po’ di bastonate per seccare tre
dei 4 cagnacci e far fuggire il quarto con
la coda tra le gambe. Ad una successiva analisi le bestiacce si rivelano
essere stati dei costrutti.
Ad onor di cronaca, prima di quest’incontro, ce n’è stato un
altro: il prode ed altruista Shan-Meidh decide di inoltrarsi nella foresta per
procurare un po’ di “cibo” a chi ancora doveva nutrirsi adeguatamente, poiché
ormai i giorni di autonomia erano agli sgoccioli. Trova ed uccide con facilità un
bel cinghiale ma, mentre si avvicina per recuperarne il corpo viene assalito da
un’ombra. Purtroppo i fumi della radice fanno ancora il loro sporco lavoro
sconvolgendo la mente del prode ranger e facendolo cadere in preda al terrore
per quella che si rivelerà una semplice ombra.
Ma dopo qualche secondo di smarrimento (e fuga a gambe
levate) Shan-Meidh si riprenderà e affronterà con onore il demone che ha davanti
per poi sconfiggerlo (non ricordo chi ha dato il colpo decisivo, ma certamente
le sue frecce hanno fatto un ottimo lavoro).
Tornando alla muta di cani, una volta sconfitte le bestiacce
immonde, il gruppo si avvicina al vecchio che dice di essere il giardiniere del
titolare del maniero e informa il gruppo dell’escalation degli eventi relativi
ai cani mannari.
E’ tempo di muoversi e andare a trovare il signore oscuro. E per
tale motivo il gruppo decide di non mangarsi il giardiniere ma di usarlo per
accedere al castello.
In quel mentre sopraggiungono Graziano e Milady…